Questo vino estrae dal suolo le sapide memorie del mare pliocenico e dal bosco il respiro che, di notte, raffredda i grappoli suggerendo sogni e aromi eleganti. Il Meana ama la compagnia, le amicizie, l’amabile discorrere…
Un Sangiovese fantasioso, serico e rotondo. Trattiene dai prati della Selva i piccoli frutti e la felicità di aromi delle mattine felici. Gradisce la botte grande e dopo qualche mese è pronto per affiancare momenti di beatitudine…
Gli antichi storici affermano che la toponomastica del territorio venga imposta dal popolo di Tirreno, re di Ati, di Lidia e di Meonia che, con un grande esercito, viene in Italia dalla Grecia e si impadronisce di tutta la Tuscia nel 1478 a.C. Volendo i Tirreni ricordare le loro terre lontane avrebbero imposto i nomi dei loro territori di provenienza nella madrepatria ai nuovi territori conquistati. Da ciò risulterebbe che il nome Lerona derivi da Lero, piccola isola dell’Egeo del gruppo delle Sporadi, tra Lisso e Calimno, e che Meana derivi da Meonia, regno greco di Tirreno, che prende il nome da Meone il più antico re del paese, patria di Omero noto anche come il cantore meonio. Ad avvalorare questa tesi contribuiscono anche le storie di Tito Livio che, nell’anno 391 a.C., riportano che i Salpinati, ovvero gli abitanti dell’Alfina, sono armati da Meone. Di fatto il territorio risulta abitato e frequentato da tempi molto antichi.